sabato 10 luglio 2010

Il Giullare


Rosa fresca aulentis[s]ima ch'apari inver' la state,
le donne ti disiano, pulzell' e maritate:
tràgemi d'este focora, se t'este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia

Come ogni maledetta estate.. la (dis)informazione ci ammorba quotidianamente con le sue prime pagine vomitevoli dei peggiori casi da Cronaca Vera.... foto delle nuove vittime e dei vecchi assassini.. madri che ammazzano i figli e figli che ammazzano i padri.. serial killer e killer poco seri.. omicidi, suicidi e litigi finiti in tragedia.. Una tragedia appunto.. una colata di sangue che serve ad allietare i discorsi da spiaggia o a rinvigorire le lamentele contro il tempo ed il governo fatte sulle lerce panchine di sudici giardinetti di quartiere.. Psicologi in golfini di cachemire, ex vallette il cui botox è vicino alla data di scadenza, politicanti che la politica non la sanno declinare.. improvvisati criminologi che mescolano classificazioni lombrosiane e psicopatologie new age come fosse un martini bianco.. Tutte marionette di questa incredibile farsa che vuole essere la tragedia contemporanea.. Un coro muto di una tragedia Euripidea.. piena di facili psicologismi e fatalismo da religione rivelata.. Sangue, morte, dolore.. vittime e sopravvissuti.. malattie terminali e pazzie temporanee.. e la colpa.. Colpa del caldo, del governo, degli ebrei o di al-qaeda..


Anche l’Inghilterra ha la sua bella dose di tragedie nazionali.. transfer delle nostre frustrazioni e viltà quotidiane sul mostro.. eterno desiderio escapista.. capro espiatorio della nostra incapacità di desiderare l’impossibile.. Poche settimane fa fu il tassista di Lake District che ne uccise dodici tra colleghi e passanti.. Questa settimana è la volta del nuovo mostro.. Raul Moat.. il Mohican Murderer come lo ha soprannominato il Sun scoprendo da un’immagine delle telecamere a circuito chiuso di un grande magazzino di Newcastle che Raul si era fatto la cresta modello De Niro in Taxi Driver prima di iniziare la sua settimana santa di passione, morte e resurrezione.. In breve, la cronaca.. Giovedì Moat esce di prigione e avvisa la polizia che avrebbe fatto del male alla sua ex ragazza.. Sabato la ferisce e uccide il suo fidanzato.. pensa che sia un poliziotto.. e decide di odiare tutti i poliziotti.. Domenica ne uccide uno e lunedì scrive una lettera alla polizia, avvisandoli che continuerà ad ucciderne il più possibile.. Scrive inoltre che la gente comune non ha nulla da temere e che lui non è uno scemo come il tassista di Lake District.. che i giornali non lo confondano.. sennò lui si incazza ancora di più ed inizia ad ammazzare tutti.. Manna dal cielo.. Le prime pagine sono tutte sue.. addirittura la madre vende un’intervista al Sun augurandosi che le ammazzino il figlio.. Intanto parte la caccia all’uomo..


Mercoledì i satelliti militari individuano la macchina di Moat nel ridente paesino di Rothbury.. i segugi trovano una tenda in cui si è accampato in un bosco poco fuori dal villaggio.. Rothbury è circondata.. da cordoni di polizia e dalle telecamere delle televisioni nazionali.. E’ venerdì sera.. Il paese è sotto coprifuoco.. la gente si barra in casa.. chiude le porte, serra le imposte e osserva quello che accade nelle strade dagli schermi al plasma del soggiorno o lo ascolta nella radio della cucina che si affaccia sull’assolato cortile sul retro.. Tutta l’Inghilterra.. approfittando della pausa dei mondiali.. si collega con apprensione ai siti di cronaca o si appiccica ai canali tv all news.. Il Mohican Murderer è circondato.. La caccia all’uomo è alla fine.. Si attende il singolo colpo di pistola.. quello che farà calare il sipario.. La fine della rappresentazione.. Si fanno piani su quale ristorante scegliere quando teatro chiude.. L’ultimo atto della tragedia è imminente.. Ma c’è un problema.. Rothbury dista solo 50 Km da Newcastle.. e a Newcastle non succede niente se non c’è di mezzo lui.. E lui arriva.. Eccolo.. E’ l’elemento di rottura.. E’ il corpo sovversivo.. E’ il ritorno dell’elemento dionisiaco nella tragedia apollinea dei facili psicologismi e del coro muto di celebrità assortite.. E’ il giullare..


E’ Paul Gascoigne.. che ubriaco marcio si presenta davanti al cordone di polizia con un pollo fritto e sei birre.. qualche coperta.. e una sfacciataggine situazionista che rischia di mandare a monte la tragica rappresentazione collettiva di un’intera nazione.. Gazza si avvicina al cordone e.. con la nonchalance che possiede solo chi ha esondato la propria condizione umana.. afferma.. “Fatemi passare.. metto a posto tutto io.. lo convinco ad arrendersi.. Non vi preoccupate.. entro e gli dico Ehi Moaty, c’è Gazza, stai tranquillo..” I poliziotti sono increduli.. non sanno cosa rispondere.. E Gascoigne continua.. “Ragazzi.. seriamente.. Cazzo, mi sono fatto in taxi da Gateshead a qui per venire a parlare con lui.. Fatemi entrare..” Arriva uno sceneggiatore, in missione per conto di dio, che cerca di rimettere la storia sui binari dove era partita.. quelli della tragedia estiva.. “Non c’è niente da ridere.. non fare lo spiritoso.. questo è un dramma.. è l’agonia di una nazione.. è una tragedia serializzata per i media e per la gente che deve lamentarsi di qualcosa mentre continua a produrre.. Tu non c’entri niente.. fatti da parte..”


Ma Gazza insiste.. lui è oltre.. lui non è toccato dalle nostre umane miserie.. lui non ascolta le direttive degli dei.. lui non crede alle rappresentazioni moderne.. proviene da un altro tempo.. da altri racconti.. da storie diverse.. Ed altra, migliore, più divertente, è la storia che racconta alla radio locale che si precipita ad intervistarlo mentre i poliziotti, increduli, non sanno più che fare.. “Ho sentito che Moaty era in una tenda nel bosco qui vicino.. lo conosco.. faceva il buttafuori nei night di Newcastle.. lui mi conosce.. sa chi sono io.. io sono Gazza cazzo.. Sono appena sopravvissuto ad un incidente d’auto.. Sono immortale” Gazza occupa il palcoscenico.. si prende la scena.. butta giù dal palco a calci i raffiguranti mediocri, gli impiegati del dipartimento arti e spettacolo.. “Io sono Gazza.. ero a Gateshead.. ho sentito che qui c’era tutto sto casino.. Allora ho preso due canne da pesca.. Sapete.. lì dove lui aveva messo la tenda c’è un magnifico fiume.. volevo andare a pescare con lui.. farci due chiacchiere.. E’ un bravo ragazzo, se ha fatto qualcosa di brutto è perché qualcuno gli ha fatto del male.. Se mi fanno andare pescare con lui metto a posto la situazione..”


E improvvisamente a Rothbury la tragedia perde completamente di senso.. La trama si squaglia.. Questa non è più la solita storiaccia da Cronaca Vera che ci capita ogni maledetta estate.. La patetica tragedia diventa una sublime e divertentissima commedia degli errori.. Una farsa sovversiva e destrutturata prende il posto della solita soap opera fatta di angosce e sensi di colpa.. di paternalismi e di paure.. di oscenità sussurrate e di meschinità nascoste.. quella col finale a sorpresa già scritto nelle prime righe della sceneggiatura e da cui è impossibile evadere.. Un nuovo corpo.. un corpo grottesco e carnevalesco.. che parla con lo stomaco e non con la testa.. irrompe sulla scena.. E’ il corpo immortale che mangia.. che scopa.. che caga.. E’ il corpo insorgente che scombina il quieto vivere della rappresentazione ufficiale.. il corpo vivo e sovversivo.. quello che Bakhtin esalta come il demiurgo della risata liberatrice e rivoluzionaria nelle opere di Rebelais.. (o in quelle di Nando Cicero.. se solo Bakhtin avesse potuto vedere i suoi capolavori in celluloide..) E’ il folle che come un terrorista libico degli anni ‘80 dirotta la trama scritta dagli dei e la riporta tra gli uomini perché la manipolino e ne facciano quello che più li aggrada.. E’ colui che solo ci può liberare dall’ennesima tragedia estiva.. E’ il giullare.. E’ Paul Gascoigne..