martedì 15 dicembre 2009

Ma Cech, o ci fa?

Sempre lì, solo. A guardarsi intorno, spaventato, in quella terra di nessuno. Sospeso. Tra la linea di porta e la traiettoria del pallone. Indeciso. Un passo troppo avanti o uno troppo indietro. A guardarsi intorno, con gli occhioni da cucciolo smarrito. A invocare aiuto...

Ma lui è solo, nessuno lo può aiutare. E’ il suo destino, è l’estremo difensore, il portiere. Deve farcela da solo. Ma lui non capisce, tentenna, indugia, esita fino a che, puntualmente, qualcun altro, più scaltro di lui, si avventa sulla palla e gliela scaraventa alle spalle...

Quest’anno è sempre così. Ben 10 dei 13 gol subiti dal Chelsea in Premier sono arrivati su azione da fermo: calcio piazzato o rimessa laterale. Un pallone infido, sospeso, che plana in quella terra di nessuno tra la linea di porta e la mischia dei saltatori, dove lui, atterrito, non sa cosa fare...

Lui, oramai diventato il principe Myškin dell’area di rigore. E gli altri, i compagni che lo circondano, sbigottiti, gli attaccanti avversari, increduli, i tifosi sugli spalti, esterrefatti, il tecnico in panchina, allibito, tutti a chiedersi: “Ma Cech, o ci fa?”

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