lunedì 29 novembre 2010

Trainspotting


The ground is a lasting legacy to my work here, and perhaps they might name some part of the ground after me when I'm dead and gone, but I'd be too embarrassed if they did it while I'm still around

Dario Gradi (manager del Crewe Alexandra e filosofo dell’eterno ritorno)


Tutti i treni portano a Crewe, dicono in Inghilterra fin dall’età della pietra.. Secondo recenti studi archeo-astronomici, alcune iscrizioni rupestri ritrovate sui megaliti di Stonehenge raffiguranti cerchi e coppe, altro non sono che auspici rappresentanti lo snodo ferroviario di Crewe.. In epoca moderna la profezia si realizza, e nel 1837 viene aperta la Crewe Railway Station, dotata di un albergo, il Crewe Arms Hotel, costruito l’anno dopo ed ancora funzionante.. In cima ad una dolce collinetta, l’hotel è un decoroso tre stelle affacciato sui binari della stazione che, al riparo di solidi mattoni, offre al viandante una delle sue 61 stanze, con bagno e tutti le comodità del caso, a partire da 35 sterline a notte.. Nel passato.. la stazione serviva un piccolo villaggio di 70 abitanti disperso nella campagna del Chesire, e l’albergo una nutrita schiera di commessi viaggiatori e lavoratori delle ferrovie.. Nel presente.. la Crewe Railway Station è uno degli snodi ferroviari più importanti del paese, che collega la capitale, la costa occidentale, la cintura metropolitana di Manchester ed il nordovest dell’isola, Scozia compresa.. e l’albergo, che ha perso la sua funzione ed utilità, rimane lì a ricordarci.. secondo gli insegnamenti taoisti.. che il presente è eterno e che la fine, anche se può manifestarsi all’improvviso ed in ogni momento, potrebbe anche non arrivare mai..


Simbolo di Crewe, dei suoi treni, e del suo eterno presente, è Dario Gradi: manager demiurgo del Crewe Alexandra, la locale squadra di calcio.. Nell’anno domini 2007, l’anno eliofisico internazionale, accade però un fatto che rischia di influire sull’equilibrio dei pianeti come lo conosciamo noi: dopo aver allenato il Crewe Alexandra per 24 anni consecutivi (sul pianeta Crewe il mondo ebbe inizio nel 1983) Dario Gradi prende la decisione di finirla con la panchina e di dedicarsi esclusivamente al ruolo di direttore tecnico del club.. Ed in un’intervista al Times dichiara: “Non voglio arrivare a 75 anni e dovere ancora lavorare sette giorni alla settimana, cinquantadue settimane l’anno.. altrimenti un giorno potrei morire di schianto in panchina.. Occupare solo il ruolo di direttore tecnico è il modo migliore per riuscire gradualmente a lavorare sempre meno..” La prima mossa di Gradi come direttore tecnico è di assumere Steve Holland come allenatore per la stagione 2007-08, la seconda è di licenziarlo nel novembre della stagione successiva.. per ritornare nel luogo e nel tempo dove era sempre rimasto e da cui mai se ne era andato.. per impedire che l’universo ed il suo moto perpetuo ne risentano..


Troppo difficile abbandonare la sua creatura.. una squadra raccolta nei bassifondi della quarta serie, ad un passo dal precipitare in una delle mille e più divisioni semi-amatoriali che infuocano le domeniche pomeriggio del paese, e portata lassù in cima.. Così in alto che nel 1997 il Crewe Alexandra raggiunge la Division One, la seconda serie dei campionati inglesi.. dove giocano Manchester City, Nottingham Forest, Stoke City, Middlesbrough.. squadre che hanno sollevato coppe e vinto scudetti.. squadre i cui tifosi pronti alle trasferte eccedono all’ennesima potenza i settemila posti a sedere dello splendido stadio di Gresty Road.. squadre che puntualmente devono fare i conti con l’agguerrito manipolo di guerriglieri al soldo di Dario Gradi e spesso non riescono a sconfiggerlo.. Così in alto che, al solo pensarci, agli abitanti del piccolo paese di Crewe (che da villaggio di 70 abitanti nel giorno della costruzione della ferrovia si è nel frattempo trasformato in un comune da quasi 60 mila abitanti..) vengono le vertigini.. Per fortuna che a proteggerli dalle vertigini del successo e dall’approssimarsi del nulla (tangibile come non mai dalle inospitali vette del supremo Nagorno Karabakh) c’era e ci sarà sempre il trainspotting..


Passatempo britannico di impronta vittoriana che consiste nel sedersi confortevolmente da qualche parte.. sulle banchine delle stazioni, sulla staccionata della strada che dalla stazione porta al villaggio, sulla poltrona di vimini sotto la tettoia del patio posto sul retro della casa (se correttamente posizionato con vista rotaie secondo il feng shui), su pratiche sedie pieghevoli (comode da portarsi appresso), sui sedili della macchina accostata in prossimità dei passaggi a livello.. ed osservare il passare dei treni nell’immobilità ciclica dell’eterno ritorno.. Un rito iniziatico e psicotropo volto alla conoscenza suprema, ma assolutamente gratuito e non generante profitto, e quindi condannato come immorale dal potere e dal recente film filocapitalista Trainspotting.. pellicola nella quale non solo non si vedono passare treni, ma al trainspotting si preferisce l’eroina: per la quantità di soldi che genera il suo commercio e l’alienazione molecolare che genera il suo consumo..


Il Crewe Alexandra resiste in Division One fino al 2002, poi sarà un saliscendi fino al 2006, l’anno che precede il possibile disastro.. Nella stagione 2004-05 per esempio, il Crewe riesce a salvarsi solo all’ultima giornata grazie al 2-1 sul Coventry City e nonostante un girone di ritorno in cui, fino a quell’ultimo match, non erano riusciti a vincere nessuna partita.. Perché a gennaio Dario Gradi ha deciso di vendere al Norwich per la cifra record di 3M il giovane centravanti Dean Ashton.. Perché una delle caratteristiche di Dario Gradi.. nato a Milano in piena Seconda Guerra Mondiale da padre italiano e madre inglese, e trasferitosi a Londra orfano di padre al termine del conflitto, è quella di avere fatto partire dalla piccola stazione di Crewe, con destinazione l’universo spaziale del calcio internazionale, locomotive interplanetarie del calibro di David Platt, Geoff Thomas, Danny Murphy, Robbie Savage, Dean Ashton e Neil Lennon, attuale manager dei Celtic.. Partiti dal buco del culo del Chesire ed arrivati a festeggiare coppe e scudetti.. o come Platt addirittura a vestire la fascia di capitano della nazionale.. grazie alla sapiente abilità di modellazione della materia grezza dello scultore di Crewe..


Questa artigiana capacità di forgiare atleti, Dario Gradi l’apprende negli anni in cui insegna educazione fisica nelle scuole di Londra.. prima che il calcio lo chiami a sé.. nel ruolo di coach (leggi responsabile degli allenamenti) al Chelsea nel 1971.. Da lì le esperienze al Sutton United, al Derby County ed al Wimbledon, prima di diventare allenatore delle giovanili al mitico Leyton Orient e poi manager al Wimbledon.. che al primo anno, nel 1979, guida ad una gloriosa promozione in quarta divisione.. In piena corsa per una nuova promozione, Dario Gradi due anni dopo viene chiamato alla guida del Crystal Palace in First Division.. A Sellhurst Park le cose non vanno bene, la retrocessione è immediata.. Dario Gradi si dimette quindi nel novembre dell’anno successivo, deciso a rimanere inattivo a tempo indeterminato e pronto a riconsiderare la sua carriera come manager.. finché.. dopo una vita lavorativa passata all’interno della cintura magnetica della M25, decide di allontanarsi dalla capitale e di accettare la panchina del Crewe Alexandra.. E’ l’inizio della leggenda.. Nell’anno domini 2004, durante quella spericolata stagione in cui riescono a salvarsi solo per il rotto della cuffia all’ultima giornata.. il suo nome viene inserito nella English Football Hall of Fame.. E’ Sir Bobby Robson ad accoglierlo nell’Olimpo dei più grandi per la sua dedizione al calcio.. “dalla parte sbagliata della storia..”


E l’eterno ritorno ci riporta all’anno domini 2007, l’anno eliofisico internazionale, la sua decisone di abbandonare la panchina, per poi ritornarci un anno o un attimo dopo.. Adesso è il 2008, il Crewe Alexandra è in First Division e Dario Gradi, dopo avere riassunto la guida tecnica della squadra in seguito alla breve parentesi di Steve Holland, decide di abdicare nuovamente e chiama in panchina Gudjon Thordarson.. ma anche l’esperienza dell’islandese, condita da una retrocessione in Second Division, dura meno di un anno.. E siamo di nuovo a novembre.. il mese in cui in una notte sola maturano repentinamente le pere butirro.. il mese che continua a ritornare ciclicamente nella biografia di Dario Gradi (che di quelle pere è assai goloso..) E’ il 2 novembre del 2009.. e con la squadra nei bassifondi dell’ultima serie, dove la parte sbagliata della storia confina con l’oblio, Dario Gradi decide di tornare in panchina del Crewe Alexandra.. Dove siede ancora oggi, con la squadra che ha appena vinto 2-1 alla Globe Arena di Morecambe ed è ottimamente posizionata per i playoff.. Perché guardare passare i treni, come sanno benissimo gli abitanti di Crewe, è arte contemplativa non alienante che permette di percepire, nell’eterno ritorno del movimento assoluto, al di là dello spazio e del tempo, l’essenza dell’evento.. la profonda gioia dell’immanenza.. Per lo stesso motivo.. perché il tempo non è lineare ma circolare, assoluto e contingente allo stesso tempo.. il tecnico del Crewe Alessandra è, è stato e sarà, in ordine sparso, sempre e solo Dario Gradi.. l’eterno presente del trainspotting..

2 commenti:

sigosiendobostero ha detto...

Ma quant'è bello lo stemma del Morecambe con lo shrimp!

el señor dionigi ha detto...

Affascinante storia così come affascinante è il trainspotting, che io ho praticato con dedizione durante gli anni universitari, approfittando dei binari della metro che passavano sotto la facoltà di giurisprudenza.
Sempre belle le storie di emigrazione comunque.