martedì 27 aprile 2010

La doppia vita di Steven Gerrard.. Volume I

PROLOGO

Così comincia la storia di Steven Gerrad.. eroe dei nostri giorni.. icona del nostro tempo.. quello che ha oltrpassato lo spazio della postmodernità.. il tempo in cui anche la produzione simbolica dell’immateriale è entrata in crisi.. e dove in auge sono tornati arcaici archetipi mitopoietici che la modernità si era vantata di avere decapitato in Place de la Revolution.. Così comincia la storia di Steven Gerrad.. ragazzino cresciuto nelle council estates di Whiston, periferia della città portuale di Liverpool, Inghilterra, negli anni della rivoluzione thatcheriana.. diventato poi uomo, e calciatore nella squadra della sua città, negli anni del termidoro blariano.. e infine trasmutato in icona del calcio mondiale.. che, a sua insaputa, ha sempre vissuto due vite.. Per caso, o per volere degli dei, queste due vite si sono incontrate in un luogo.. con un diametro di 0,5 miglia, percorribile in 10 minuti a piedi.. Questo luogo psicoemotivo intorno al quale si snoda la doppia vita di Stevie G si trova a Southport, poco a nord di Liverpool, ed ha due centri, permanenti, ma senza gravità alcuna che li ancori al suolo.. Uno è la Warehouse Brasserie.. a West Street, appena dietro la Promenade che s’affaccia sul mare d’Irlanda.. L’altro, che lo si raggiunge proseguendo verso Bath Street e poi girando a destra su Bold Street.. è il Lounge Inn.. Due luoghi separati da uno spazio di 0,5 miglia e da un tempo di 10 minuti.. il nodo spazio temporale dove si incontrano lo ying e lo yang di Steven Gerrard..

Lo spazio è Southport.. sobborgo marittimo cresciuto a dismisura durante la rivoluzione industriale e di cui ora rimangono chilometri di grigiastre dune sabbiose e un lunghissimo pier.. un’inutile passeggiata incontro ad un mare grigio e fetido.. un luogo dove andare a vomitare le troppe lager di fine serata.. un geomantico cannone puntato verso le coste irlandesi.. Il tempo sono i primi anni del terzo millennio cristiano.. quello dove i calciatori hanno assunto il ruolo di celebrità.. parola sacra.. segno primario.. icona del simbolo occidentale.. il simulacro.. Le celebrità.. guide spirituali del gregge durante la difficile traversata del mare della post postmodernità.. pastori della nostra razza umana.. che adora gli orologi e non conosce il tempo..


I PRIMI PASSI: POTREBBE NON FARCELA

Mezz’ala di talento immenso, sostenuto da cuore e polmoni, Stevie G è probabilmente il miglior giocatore inglese dell’ultimo decennio.. Così comincia la sua storia.. che è la storia di un calciatore e di un’icona.. di tutti i calciatori e di tutte le icone.. la storia di un simulacro.. E’ il 1989.. l’Europa è piena di detriti.. sommersa dalle macerie del muro di Berlino.. schiacciata dal peso di un’unificazione che si risolverà solo in una nuova, più profonda, frattura.. il peso di quelle macerie che si rivelerà troppo pesante da sostenere per la giovane, e già presuntuosa, nascitura.. Europa.. il peccaminoso aborto giudaico-cristiano.. Il piccolo Gerrard ha 9 anni.. Gli osservatori del Liverpool, squadra che porta su di sé le colpe del thatcherismo.. sublimate nella tragedia dell’Heysel.. e che per questo sarà condannata a non vincere più.. almeno in patria.. (Europa avrà invece bisogno di loro nel suo eterno e vano tentativo di scrostarsi la coscienza..) lo notano mentre gioca nei Whiston Juniors.. E’ piccolino, gracile, molto timido, quando parla non alza mai gli occhi, fissi sulla punta delle scarpe.. ha una strana personalità, nervosa, scostante.. Potrebbe non farcela.. Ma il piccolo Stevie G in campo si trasforma.. brucia energie che sembra non avere, corre dappertutto, lo vedi davanti alla difesa a randellare ed un secondo dopo in area a segnare.. Potrebbe farcela.. Allora decidono.. lo portano nelle giovanili dei Reds.. dove comincia la sua trafila di aspirante calciatore.. Stevie G è bravo, avevano visto giusto.. anche la sua personalità funziona, a suo modo in campo è un leader.. Ma c’è un problema, non cresce.. A 15 anni è rimasto ancora un fuscello esile.. è troppo gracile, minuto.. Come quell’altro, di un anno più grande, Micheal Owen, che però sfrutta la sua bassa statura in agili movimenti d’attacco per segnare caterve di gol e portare il giovane Liverpool a vincere la FA Youth Cup.. Owen è già un baby fenomeno, l’eco delle sue gesta travalica i confini del Merseyside.. Il piccolo Gerrard no, lui sembra inadeguato.. Potrebbe non farcela..

Quando cresci nelle council estates di Whiston.. periferia sottoproletaria di Liverpool Est, all’ombra del cavalcavia ferroviario che collega la città con Manchester.. può darsi che il padre di Laure, la dolce biondina con cui vai al cinema a mangiare popcorn e scambiarti innocenti baci, sia in galera per spaccio di ecstasy e possesso di armi da fuoco.. e può darsi anche che Laure sia stata la ex ragazza di George Bromley Junior.. un piccolo gangster psicopatico.. figlio di G.B. Senior.. un recuperatore per il cartello di droga cittadino, uno famoso per presentarsi a casa dei debitori con un ferro da stiro, metterlo in funzione, e ammonire placidamente il malcapitato di turno che aveva tempo finché il ferro non fosse stato bollente per consegnare i soldi.. Uno che ne ha ustionati molti con quel ferro da stiro.. Quando cresci nelle council estates di Whiston, uno come G.B. Junior te lo porti dietro tutta vita.. Se poi ce la stai facendo, stai salendo qualche gradino, uno come lui non te lo scrolli più di dosso…

Il Liverpool lo mantiene nelle sue squadre giovanili ma non gli propone il contratto di apprendistato, quello che viene offerto a tutti.. anche a quelli scarsi.. quello che ti offre un diploma e un po’ di soldi.. così, se poi non ce la fai, almeno hai in tasca qualcosa.. Lui è incazzato nero, vuole andarsene dal Liverpool, fa provini dappertutto, anche al Manchester United.. ma nessuno lo vuole.. Poi, improvvisamente, il piccolo Stevie G cresce.. Cresce troppo però, una spanna in due anni.. il corpo ne risente, la schiena fa male, e farà male per sempre.. Non riesce più a giocare.. anzi, non gioca proprio, poco più di venti partite in due anni.. Al Liverpool sono preoccupati, potrebbe non farcela.. Poi, improvvisamente, verso i 17 anni si stabilizza, smette di crescere.. può iniziare a faticare in palestra per cesellare il suo corpo, rinforzarlo, mettere su muscoli.. Lavora sodo, a testa bassa, come sempre.. In campo corre come un indemoniato.. è dappertutto, sa fare tutto, e lo fa bene.. Lo mettono a centrocampo perché non capiscono dove farlo giocare.. è il prototipo del giocatore totale, solo che lui non lo è per disciplina socialista modello Orange, lo è per grazia ricevuta.. E’ un talento naturale.. come mai se ne sono visti prima.. Ora anche il suo nome supera i confini del Merseyside.. Steven Gerrard.. In federazione si accorgono di lui, viene convocato nell’Under 18, di cui in poco tempo diviene capitano.. in un solo anno è già considerato il miglior giovane della sua generazione.. L’anno dopo, a 18 anni, esordisce in prima squadra nel Liverpool per sostituire l’infortunato Jamie Redknapp.. Quell’anno giocherà 13 partite.. C’e l’ha fatta, il piccolo Stevie G è diventato un calciatore… ha anche firmato il suo primo contratto da professionista..

Si fanno chiamare The Taxmen, il loro nome è patetico.. non è una splendida metonimia.. come i Corleone.. né fortemente allegorico.. come i Sopranos.. ma a loro non frega un cazzo.. Sono grezzi, ignoranti, incazzati.. almeno a furia di chiamarsi così capiscono anche loro cosa debbano fare.. Sono i Taxmen.. devono riscuotere tasse.. sono estorsori.. Quando cresci nelle council estates di Whiston.. stavi per non farcela, e poi ce l’hai fatta.. fino a firmare il tuo primo contratto da professionista con una squadra della Premier League.. non c’è modo che tu sfugga ai Taxmen.. O li paghi.. o è un attimo..La sanno tutti la sua storia.. di quello che non ha pagato.. era bravo cazzo, ce la stava facendo pure lui, anche se con la maglia blu dell’Everton.. eppure gliele hanno spaccate a bastonate le gambe.. Adesso lavora in un garage, ripara macchine, e la gente quando passa gli sputa addosso.. e gli dà dell’infame.. Tu non vuoi finire così vero? E allora pagali..


PROFESSIONISTA: ASCENSIONE RAPIDA

All’alba del nuovo millennio il giovane Gerrard scalza il teutonico Hamann e diventa titolare nel centrocampo dei Reds in coppia con Redknapp.. In realtà non è un semplice centrocampista.. Gioca dappertutto, terzino destro e sinistro, ala, mediano, fantasista e seconda punta.. è come un coltellino svizzero multiuso.. Tiene gli occhi bassi e corre, corre come un dannato e picchia, picchia come un invasato ed ha un talento sopraffino.. Lo chiamano in nazionale, debutta a Wembley contro l’Ucraina, viene convocato agli Europei del 2000, l’anno dopo segna un magnifico gol nello storico 5-1 alla Germania all’Olympiastadion.. Sempre nel 2001.. nell’anno della Space Odissey.. quando i monoliti ci si sono mostrati ma noi non li abbiamo voluti vedere.. quando i monoliti sono crollati ma noi non li abbiamo saputi comprendere.. guida la squadra ad una storica treble: FA Cup, Coppa Uefa e Coppa di Lega.. E’ giocatore che si esalta nei grandi appuntamenti.. In finale di Uefa contro l’Alaves fa un gol pazzesco.. Viene premiato come miglior giovane della Premier e ad agosto firma il suo primo contratto importante.. Sembra l’inizio di una marcia trionfale.. con il Liverpool che può puntare al titolo che non vince da oltre dieci anni.. la Kop è in delirio, la città in estasi.. E invece no.. tranne un’altra Coppa di Lega non si vince più nulla.. Estate del 2003.. In fuga dalla nuova Russia quinquennale Putiniana (perfetta crasi di Post Staliniana..) entra in tackle sul calcio inglese il rifugiato di lusso Roman Abramovich.. e Stevie G, oramai considerato all’unanimità il meglio che c’è sull’isola, diventa il regalo che l’opulenta babuskha vuole portare ai suoi nuovi pargoli di Fulham Road.. Lui tentenna, barcolla, ma alla fine non molla e si dice disposto a rimanere coi Reds.. A settembre il tecnico Houllier gli affida la fascia di capitano.. A novembre firma un nuovo contratto con i Reds, 60 mila sterline a settimana per 4 anni, le ragioni del cuore.. La stagione però è nuovamente disastrosa, Houllier se ne va e Gerrad si mette ufficialmente sul mercato.. Manda sms a Mourinho, nuovo tecnico dei Blues.. Vuole andare al Chelsea..

Ci fu una specie di tregua.. che si mettano da parte rivalità, che si sospendano le vendette.. fu fatta girare la voce.. Sta succedendo qualcosa di troppo importante, dobbiamo intervenire.. E così fu.. Ci fu addirittura una riunione, confermata da più parti, in un pub di Liverpool.. rappresentanti di ogni clan cittadino.. E un solo ordine alla fine di quel concilio.. Stevie G non deve lasciare Liverpool.. Qui non si trattava più di soldi, c’era in ballo il prestigio di una città, e dei suoi clan.. non potevano farselo scappare.. non potevano accettare che il piccolo Gerrard, nato e cresciuto a Whiston.. uno di loro.. uno che avrebbe potuto non farcela e invece ce l’aveva fatta.. uno come loro.. abbandonasse il Merseyside per trasferirsi a Londra.. sarebbe stato uno smacco enorme.. Ti ricordi Giuda e Barabba? Sui muri antichi della Stanley Dock Tobacco Warehouse, come sui muri postmoderni dei blog, ti chiamavano così.. Era diventata una questione di fede, intesa come appartenenza.. i 30 milioni di sterline di Roman Abramovich come i trenta denari dell’Iscariota.. Tu sei Stevie G.. il figlio prediletto di Liverpool.. e solo a Liverpool devi votarti.. Piuttosto ti spaccano le gambe, ti impalano sulla croce.. ma non devi andartene.. Il messaggio divino della città ti arriva dritto nelle orecchie.. tu ascolti, abbassi gli occhi e annuisci.. La città di Liverpool ha deliberato, sia fatta la sua volontà..

Saltato tra la sorpresa generale, e per motivi che rimarranno oscuri, il trasferimento al Chelsea.. la stagione seguente è quella dell’avvento del tactician madrileno Rafa Benitez.. Una stagione fantastica culminata con la vittoria in Champions nell’incredibile finale di Istanbul.. Sotto di 3-0 a fine primo tempo contro il Milan, il Liverpool scatena un’incredibile rimonta nella ripresa: 3 gol in 6 minuti, pareggio nei tempi regolamentari e vittoria ai rigori.. Ancora una volta Gerrard nelle finali si esalta.. i cromosomi del campione.. i talenti del predestinato.. Nello stadio Ataturk di Istanbul raggiunge l’apice della sua e di tutte le carriere.. solleva al cielo la coppa con le grandi orecchie.. 21 anni dopo quella sollevata da Souness nel gelo di una torrida estate romana.. Di quella serata rimane nella memoria la danza sufi di Dudek sulla linea di porta al momento dei rigori.. una danza che innervosisce Serghino, destabilizza Pirlo e spaventa Shevchenko.. una citazione delle spaghetti legs di Grobbelaar che 21 anni prima ipnotizzarono Conti e Graziani all’Olimpico.... Di quella serata rimane il mistero di un immaginario discorso in rima baciata pronunciato da Benitez negli spogliatoi durante l’intervallo.. poi trasposti nel magnifico corto 15 Minutes That Shook The World, a cui Gerrard partecipa amichevolmente insieme a Carragher.. Di quella serata rimane nella memoria la sua straordinaria partita.. il suo gol, il primo per i Reds, che annuncia l’arrivo del cataclisma, l’avvio della riscossa, l’avvento dell’eletto.. rimane il rigore da lui procurato e poi realizzato da Xabi Alonso.. Alla fine Stevie G viene nominato man of the match della finale di Champions League.. Il punto più alto di una carriera, il punto più alto di tutte le carriere.. E’ oramai diventato una stella.. E il Chelsea torna a bussare alla sua porta..

Li hai portati là dove nessuno mai avrebbe immaginato.. hai portato loro la gioia che mai nessun altro prima.. eppure la tua vita è un inferno.. La tua casa di Formby è diventata una fortezza.. muri di cinta di acciaio alti tre metri.. telecamere dappertutto.. sorveglianza 24 ore su 24.. La paranoia.. Ed una voce dentro che non ti abbandona mai.. se parti ti spariamo alle gambe.. Ma non basta.. George Bromley Senior è morto, ma Junior è uscito di prigione e ti sta cercando.. Più sei assediato più capisci che non c’è modo di fuggire..mai.. più sei accerchiato più capisci che è meglio rimanere.. per sempre.. Allora decidi.. una volta per tutte.. decidi di rimanere.. Lo fai perché anche tuo padre Paul.. che ti parlava di Londra.. che ti voleva ai Blues.. una sera si presenta a casa tua e ti dice con aria grave: “non si va, non si può”.. Allora decidi.. una volta per tutte.. decidi di rimanere.. Ma a questo punto vuoi qualcosa in cambio.. tu dai a loro la tua vita, ma loro devono ridarti la tua libertà, o almeno parte di essa.. devono liberarti di Junior.. definitivamente.. Tuo padre annuisce.. “non ti preoccupare.. riferirò..” Passano poche settimane e uno dei gangster locali emergenti.. il temutissimo John Kinsella.. s’incontra con lo psicopatico e lo rende mansueto.. Junior non ti darà mai più fastidio.. Ma tu non sai se sentirti libero o meno..

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