martedì 27 aprile 2010

La doppia vita di Steven Gerrard.. Volume II

TEMPI MODERNI: L’AMARO CALICE

Ma Gerrard, tra la sorpresa generale, rifiuta nuovamente le avances della babuskha di Saratov.. dichiara amore eterno alla sua città: Liverpool.. Sente che è arrivato il momento per trionfare anche in patria con la squadra della sua città, per sfatare la maledizione.. Ma dal sottosuolo della metropoli ritornano in superficie i fantasmi degli scioperi nelle miniere di carbone di Whiston.. riemerge l’incubo del thatcherismo.. La nemesi dell’Heysel riavvolge la città.. Il Liverpool non può vincere.. E non vincerà più.. Da lì in poi la carriera di Stevie G è come fosse il negativo di quella della squadra.. un fotogramma di celluloide al quale viene negata la luce.. Tanto lui migliora ancora, ogni giorno, diventando fuoriclasse di livello assoluto.. tanto la squadra di Benitez non vince più nulla.. Il vuoto.. Solo una FA Cup.. ai rigori, contro il West Ham.. dove Gerrard è ancora il grande protagonista.. Suo il gol del momentaneo 2-2, suo il tiro da 35 metri per il 3-3 al 90’ che cambia la storia della partita.. Poi solamente il vuoto.. Il vuoto, e la beffa.. Dopo avere eliminato in semifinale il Chelsea della babuskha esltiniana.. dopo avere creduto di avere fatto la scelta giusta.. dopo essersi creduto artefice del proprio destino.. Gerrard si scontra con lo spirito della storia, che aveva stabilito che il Liverpool non poteva vincere.. Ed allora ad Atene, di nuovo contro il Milan.. arriva una cocente sconfitta in finale di Champions League.. e l’occasione migliore, la palla del pareggio, ad inizio ripresa.. la sbaglia lui.. Il resto è storia recente.. Gerrard è diventato un fuoriclasse, un’icona del calcio mondiale.. E nonostante non abbia vinto più nulla, né con il Liverpool né con la nazionale, ha oramai varcato la soglia del mito.. La maglia numero 8 del Liverpool è un simulacro indossato dai bambini di tutto il mondo.. da Harare a Naypyidaw.. Sulle sponde del lago Nahuel Huapí lo adorano.. e ad Ulaanbaatar lo venerano.. Il piccolo Steven Gerrard, quello nato nelle council estates della periferia est di Liverpool, quello piccolino e gracile.. e poi cresciuto troppo in fretta.. quello che stava per non farcela e ce l’ha fatta.. E’ diventato Steven Gerrard, ha travalicato la sua persona, esondato il suo essere.. è diventato la maglia numero 8 del Liverpool.. un simulacro dei giorni nostri..

Quando cresci nelle council estates di Whiston.. sai che quando chiedi un favore poi devi restituirlo.. Allora accetti, scrivi una lettera che verrà portata in tribunale da tuo padre.. che la leggerà nel processo per rapina a mano armata nei confronti di John Kinsella.. “Da quando abbiamo chiesto aiuto a Kinsella per difenderci dalle minacce di G.B. Junior, uno psicopatico che minacciava la carriera di mio figlio – legge tuo padre in tribunale – la nostra vita è migliorata, non abbiamo più paura di uscire di casa. Il signor Kinsella gode di estrema gratitudine e del massimo rispetto da parte di mio figlio e della nostra famiglia” Ora ti rispettano tutti a Liverpool.. non solo nelle terre emerse.. tra autorità che ti hanno insignito dell’Mbe, e l’università di cui sei ricercatore onorario.. ma anche il suo sottosuolo criminale.. Non solo i padrini.. come John Kinsella, che durante una pausa del processo si è assentato per andare in bagno ed è evaso.. scappando in Brasile.. ma anche i quadri intermedi, gli affiliati e persino i ragazzini incappucciati delle gang.. Nessuno ti toccherà più.. stai tranquillo.. Questa è la tua nuova libertà.. questa è la tua prigionia.. Ne avrai prova a breve.. quando eviterai la galera e otterrai la libertà.. ma una voce dentro inizierò a tormentarti.. e tu rimarrai confuso, non riuscirai a capire.. e ti sembrerà di avere ottenuto la prigionia.. solo che tu la chiami libertà..

La stagione 2008-2009 sembra quella buona per Gerrard e per il Liverpool.. I Reds sono in testa alla classifica della Premier League e possono finalmente vincere quel titolo che manca da esattamente 20 anni.. I cabalisti si esercitano nei corsi e nei ricorsi della storia, gli astrologi prevedono, i maghi preveggono e i matematici tirano ad indovinare.. Dopo 20 anni di astinenza.. tutto è pronto per vincere la Premier League.. E’ un freddo sabato di dicembre, mancano due giorni a capodanno.. Guidato dal suo capitano, dalla maglia numero 8, che mette a segno una doppietta, il Liverpool asfalta 5-1 il Newcastle a St. James Park salendo a +3 in classifica sul Chelsea.. Sembra il preludio alla gloria.. alla faccia di nemesi e maledizioni.. Il Liverpool è un razzo in partenza per nuovi mondi sconosciuti e Stevie G l’astronauta che sta per conquistare la luna.. ma commette un tragico errore.. si ferma un attimo, un attimo solo, un attimo di troppo, a guardare il dito che gliela indica.. E quel dito punta dritto su Southport.. sobborgo a nord di Liverpool.. quel dito lo indirizza al Lounge Inn.. Grandi vetrate, arredamento modernista.. è un night di fascia medio alta.. Ai tavoli ci trovi calciatori, improbabili attricette ed incerti economisti della recessione in fuga dalle metropoli del Lancashire.. E’ un posto tranquillo, che Gerrard conosce.. dove è già stato.. E allora lascia perdere la luna e si mette a seguire il dito.. Verso Southport, verso il Lounge Inn.. Qui però succede qualcosa.. Ad un certo punto della serata il dj non gli vuole consegnare la tessera magnetica per accedere alla consolle e cambiare la musica.. Gerrard non capisce, ha esondato la sua essenza umana, è una celebrità, un’icona, un simulacro.. ha pagato il suo prezzo, tutto ha un prezzo.. ed ora vuole fare come crede.. Si avvicina al dj, prova a spiegarglielo.. e questo invece risponde.. comincia ad agitare le mani.. Allora Stevie G, un aggressivo timido.. in campo come nella vita.. teme di essere colpito.. e, fedele all’unica regola della strada, parte all’attacco per primo con una gomitata in faccia..

Accorrono gli amici, la tua corte.. ti portano via.. tu non centri nulla, non hai fatto nulla, non hai visto nulla.. Eppure dall’angolino in cui ti hanno nascosto vedi.. vedi uno che spacca una bottiglia in faccia al dj, che crolla a terra in un bagno di sangue.. ne vedi un altro, che mentre il dj è a terra comincia a prenderlo a calci.. prima sulla milza, poi, già che c’è, sulla faccia.. Ti portano fuori dal locale.. ti fanno camminare.. vi allontanate a passo svelto per il labirinto di viette dietro il Pier di Southport.. Ma in lontananza senti le sirene della polizia.. arrivano.. vi circondano.. Senti il freddo delle manette ai polsi.. Durante tutto il tragitto hai una sola voce in testa.. taci.. i tuoi amici, la tua corte, te lo hanno detto chiaramente.. non dire una parola.. taci.. Finisci in questura, ci rimani 48 ore.. due notti in cella ed un giorno intero sotto interrogatorio.. Sei distrutto, vorresti parlare.. raccontare la tua storia.. liberarti del peso di una vita.. ma la voce dentro continua a ripeterti come una litania.. non dire una parola.. taci.. Ed allora non parli.. ti tieni dentro tutto e fai scena muta.. Poi, quando vieni rilasciato, torni subito a giocare, la cosa che sai fare meglio.. l’unica cosa che sai fare.. Tu sarai prosciolto da tutte le accuse.. altri saranno condannati al posto tuo.. Ora lo capisci.. se fai un favore poi te lo restituiscono.. Ora lo capisci.. E’ questa la tua libertà.. sarai sempre loro prigioniero..


EPILOGO

La nemesi trionfa.. e la stagione dei Reds finisce male, un’altra volta.. Gerrard è premiato per la prima volta giocatore dell’anno ma il titolo finisce allo United, che fa 18, uguagliando proprio il Liverpool.. E siamo ad oggi, è la primavera del 2010.. la campagna domestica è stata un disastro.. il Liverpool, mai in corsa per il titolo non si qualificherà nemmeno per la Champions.. le uniche carezze potrebbero venire dall’Europa League, dove i Reds hanno raggiunto le semifinali.. Ancora una volta dove la patria, autarchica e vendicativa, proibisce.. l’Europa mai nata, debole e corrotta, potrebbe permettere.. ma questa è un’altra storia.. Il tactician Rafa Benitez quest’anno ha sbroccato.. e se ne andrà.. Ha venduto il regista della squadra, Xabi Alonso, e lo ha rimpiazzato con una pallida controfigura del suo numero 8.. Il numero 24.. Alberto Aquilani.. uno dei tanti pseudo talenti con un luminoso avvenire alle spalle.. che ovviamente insieme al numero 8 non è mai riuscito a giocare.. Anche Gerrard, forse, se ne andrà.. Sta cominciando a pensare al futuro.. sta considerando seriamente di lasciare Liverpool per andare a strappare l’ultimo ingaggio importante della carriera.. in Spagna, o in Italia.. E non si capisce perché, ma tutti sembrano sapere che questa volta non ci ripenserà all’ultimo minuto, come nelle due occasioni precedenti.. quando rifiutò il Chelsea.. Il piccolo Stevie G è cresciuto, e deve cominciare a pensare al domani.. a quando non correrà più dietro un pallone.. Allora una sera decide di parlarne con la moglie.. Alex Curran, una presunta ex modella, volgare al punto giusto.. tette di plastica, naso rifatto e parrucchino biondo che ne fanno di diritto una leader delle wags inglesi.. le wags.. simulacro della donna.. La invita fuori a cena.. ma qualcosa lo attrae a Southport.. come un magnete.. ovunque volesse andare, finisce lì, a Sothport.. Finisce alla Warehouse Brasserie.. 0,5 miglia, dieci minuti a piedi dal Lounge Inn.. il tipico dock riconvertito a ristorante di tendenza.. lampade d’acciaio che sparano luce gelida su cassettiere vittoriane tirate a lucido.. un calore umano da sala d’aspetto aeroportuale e cucina fusion.. repellente al gusto come alla vista.. Lì Stevie G ed Alex incontrano Paul Adams, noto promoter e ristoratore.. iniziano a parlare di cucina e di affari.. Alla coppia di icone, al simulacro, il locale piace.. Si stringono la mano.. affare fatto.. Gerrard diventa padrone in società della Warehouse Brasserie.. Si sta preparando per il futuro.. quando non giocherà più.. quando si scinderà dalla sua stessa icona.. quando il simulacro e la persona saranno definitivamente due entità diverse..

Tu sei cresciuto nelle council estates di Whiston e sei diventato uno dei calciatori più famosi del pianeta, giochi nella squadra della città in cui sei nato e cresciuto.. Avresti potuto non farcela, ma ce l’hai fatta.. e quando stavi per non farcela.. ti hanno aiutato loro.. Lei è tua moglie, è una wag, tiene una rubrica di shopping sul Daily Mirror, dà il suo nome ad una collezione di profumi.. ha spaccato la bottiglia in faccia ad una ragazzina fuori da un ristorante qualche anno fa.. ma loro hanno messo tutto a tacere.. è tornata a casa.. ti ha dato il secondo figlio.. Siete cresciuti ai margini dell’impero.. e insieme e a fatica avete scalato la ripida piramide delle caste inglesi fino a raggiungerne la vetta.. La salita non è stata facile.. Ma ora che siete in cima potete prepararvi per quando lo spettacolo sarà terminato.. e investire nel futuro.. investire in ristoranti alla moda.. come la Warehouse Brasserie.. a sole 0,5 miglia di distanza, dieci minuti a piedi.. dal Lounge Inn.. In quel nodo spaziotemporale.. dove si condensano il tuo ying e il tuo yang.. Tu sei Stevie G.. ragazzino cresciuto nelle council estates di Whiston.. diventato capitano del Liverpool.. Tu hai esondato la tua persona.. sei diventato un’icona del calcio mondiale.. un simulacro.. Non sei più umano.. eppure senti una voce dentro.. che continua a ripeterti sempre la solita frase.. La tua vita non ti appartiene.. è della città.. è di chi controlla la città.. La tua libertà ha un prezzo: è la loro libertà.. Sei sempre stato loro prigioniero.. E lo sarai sempre.. Non è finita qui.. non finirà quando la tua carriera sarà terminata.. quando l’icona e la tua persona saranno definitivamente scisse.. quando tu non sarai più.. né l’una, né l’altra.. e di te rimarrà solo il simulacro.. Tu sei Steven Gerrard.. E senti una voce dentro che continua a ripeterti che tutto questo è solamente l’inizio.. che la tua libertà è infinita.. come la tua prigionia.. che la tua libertà è la tua prigionia.. e che è appena cominciata.. La porta della cella si è chiusa.. è sempre stata chiusa.. e non c’è evasione all’orizzonte..

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